martedì 18 marzo 2008

Zamperin Elisabetta matricola 264427








La nascita del computer è stato senz’altro un evento fondamentale per la civiltà umana. Questa nuova macchina andava predicando, e tuttora ci offre, un mondo “parallelo”, un mondo digitale, uno spazio in bilico tra il reale e l’irreale che offre la possibilità di uscire dalla gabbia dei problemi e immettersi in un mondo quasi onirico. Ovviamente perché non aprire questo mondo anche all’architettura? Cosi l’introduzione nei primi anni ottanta dei personal computer ha portato, come sappiamo, a una rivoluzione nel modo di progettare e pensare l’architettura.

Sicuramente abbiamo assistito a una serie d’innovazioni nel design e nella produzione dell’architettura che in seguito ha fatto diventare il digitale un elemento fondamentale per la realizzazione vera e propria del progetto. Facciamo qui riferimento soprattutto alla diffusione del software CAAD (Computer Architectural Aided Design) in quanto esso ha portato a un miglioramento della capacità espressiva degli architetti andando ad offrire loro nuovi strumenti grafici e di astrazione e influenzando la realizzazione delle loro idee. Il digitale in uso dell’architetto è diventato un vero e proprio processo esecutivo evoluto che consente all’architetto l’elaborazione di strutture complesse che simboleggiano le idee progettuali dell’architetto.

Ma adesso l’utilizzo del personal computer,l’impiego delle tecniche digitali sono rivolte ad una simulazione avanzata della realtà. Per questo motivo ci si volge al progetto di interfacce capaci di generare esperienze significative, dove la tecnologia viene utilizzata per la creazione di una relazione intima e personale con la committenza. Per questo motivo gli architetti d’oggi devono essere il più possibile completi per creare nelle loro opere una sintesi di varie discipline attua a dare una configurazione il più possibile vitale dell’oggetto architettonico. Essi infatti si possono considerare dei designer capaci di muoversi con facilità in diversi ambiti, prima considerati di secondo piano, quali la comunicazione, l’interior design, il web.

Infatti l’universo digitale ci apre ad un ambiente infinito al quale tutti possiamo attingere e nel quale possiamo mettere in comune le varie esperienze. Proprio da questo punto bisognerebbe partire per cambiare il modo d’intendere la rete. Bisognerebbe infatti agire cambiando gli attuali sistemi educativi, andando contro la centralità del personal computer a favore invece di una Rete aperta, pubblica, collettiva alla quale tutti possono attingere e dare il proprio apporto. Per attuare questo progetto c’è la necessità di adottare software Open source che permettono appunto di aprire l’industria, i sistemi produttivi,i progetti al contributo di tutti con un forte interscambio a livello internazionale di idee e di conoscenze per raggiungere livelli più alti nel progetto d’architettura come in altri campi. A tale scopo saranno anche necessari dei server come magazzini di dati, progetti, etc..dai quali tutti potranno ottenere dati e informazioni utili. Cosi sarà possibile creare una sorta di Architettura Aperta che sarà in grado di evolversi grazie alle varie esperienze, correzioni, suggerimenti provenienti da tutto il mondo della rete. Sempre maggior importanza allora acquisirà la rete wireless che permetterà un interscambio d’informazioni veloce ed esteso a tutto il globo.

A questo punto la tecnologia sarà ancora di più applicata alla domotica in quanto fino ad ora essa rappresenta una sfera minima costituita per lo più da televisore,frigorifero,lavatrice… Ora la tecnologia avrà il compito di dare luogo ad una “rivoluzione silenziosa del paesaggio domestico” andando a semplificare la vita di coloro che andranno vivere nell’intimità domestica.

Perciò il designer di architettura sempre più utilizzerà le varie tecniche digitali come simulazione avanzata della realtà, instaurando col modello digitale una sorta di dialogo fatto di correzioni, modifiche,costruzione con cui interagisce con la realtà fisico-digitale.

Bibliografia:

· Architecture&pc , Paolo G.Mancia

· e.design & light.Language , Luigi Patitucci

· Iil giornale dell’architettura (marzo 2008)

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