lunedì 24 marzo 2008

VILLANO RAFFAELE Matr. 263929



VILLANO RAFFAELE
Matr.263929
SCENARI DIGITALI




L’esito principale del digitale in architettura sembra essere nel prossimo futuro un “violento attacco” alla categoria vitruviana della firmitas.L’utilizzo del digitale troverà la propria ragion d’essere non più solo nella creazione di forme monumentali e nuove tipologie funzionali,ma nell’intessere una serie di relazioni tra l’edificio e l’universo che gravita intorno ad esso. Il concetto di digitale relazionale,punto nodale di quest’articolo,sarà di qui a poco il nuovo input in grado di dare alla disciplina architettonica nuovi stimoli e spunti di riflessione.
La prima relazione che l’edificio instaura attraverso il digitale è quella con se stesso.
In un’intervista del 2007 alla rivista DETAIL Ben Van Berkel dell’ UN STUDIO si discosta dalla concezione del design di un edificio come lo sviluppo della sua presentazione esterna. Il digitale ha infatti spinto l’architettura,nella fase di progettazione, a far propri alcuni principi e strumenti dell’ingegneria. Il progetto passa ora attraverso lo studio di modelli parametrici che analizzano le relazioni tra le forze portanti di una struttura e le influenze esterne di un edificio. Nel progetto per il MERCEDES MUSEUM ad esempio,una volta definiti i parametri che regolano il disegno delle colonne in base al loro spessore e alla loro inclinazione e trasmissione statica,qualsiasi cambiamento apportato al raggio dell’edificio prevedeva attraverso i modelli parametrici sviluppati un cambiamento automatico del ridisegno delle colonne. Avanzati programmi ingegneristici come TOP SOLID e RHINOCEROS,come avviene negli studi più all’avanguardia, saranno alla base del lavoro di qualsiasi architetto. TOP SOLID è un programma CAD CAM,ovvero integra sia le caratteristiche di un software CAD(Computer Aided Design)atto concepire modelli 3D del manufatto,sia le caratteristiche di un software CAM(Computer Aided Manifacturing )atto a concepire un modello reale di un manufatto a partire dal suo modello tridimensionale. RHINOCEROS è un software che realizza complesse strutture geometriche attraverso il codice matematico NURBS(Non Uniform Rational B-Splines),capace di generare superfici curve altrimenti impensabili.
L’architettura attinge dall’industria aeronautica e automobilistica nuovi strumenti digitali attraverso l’utilizzo della realtà virtuale.POWERWALLS(larghe superfici planari di proiezione) e CAVES(cabine di dimensioni 3x3x3m in cui tre muri pavimento e soffitto sono retroillumintati) nella fase finale di produzione di un prodotto offrono un’ottima iterazione tra progettisti e modello sviluppato. Nel 2006 al Leibniz Computer Centre di Garching agli studenti è stata data la possibilità di esplorare attraverso la realtà virtuale padiglione creati da loro stessi. Si pensa che la realtà virtuale in architettura risulterà fondamentale nella fase finale della progettazione,in particolare per la rappresentazione del progetto,dove sarà in grado di offrire un’adeguata stima dell’operabilità all’interno dello spazio progettato,convincere la committenza delle qualità spaziali e formali dell’edificio e a far approvare ai residenti i cambiamenti apportati dall’intervento edilizio.
Concetti quali quello di media-ambiente saranno facilmente assimilabili dagli utenti grazie alle relazioni che il digitale riesce a stabilire tra edificio e ambiente circostante. Per chiarire meglio il concetto di media-ambiente bisogna considerare progetti sperimentali quali il TRANSPORT 2001 di Kas Oosterhuis. Il TRANSPORT 2001 ,nato come polo d’informazione urbano è un’edificio capace di mutare attraverso sensori digitali la propria forma e capienza in relazione del numero di persone all’interno,le sue pareti il soffitto e il pavimento fungono da media per le informazioni che si materializzano sotto forma di immagini e filmati. L’’edificio trova così il suo punto d’approdo nel processo di trasformazione che lo vede diventare puro simulacro mediatico e media per veicolare il flusso di informazioni globali. I concetti che in precedenza venivano utilizzati per definire le qualità di uno spazio architettonico quali quello tipologico-funzionale e formale vengono ora sostituiti dal concetto di performance ambientale. Questa nuova definizione mediatica di edificio trova un ulteriore esempio nel BMW WORLD di Monaco dove è stata sperimentata il nuovo utilizzo della tecnologia della facciata digitale.La nuova tecnologia prevede la sostituzione dei display LED con dei tubi in perspex del diametro di 30 60 mm,all’interno dei tubi una serie di diodi LED irraggiano luce di ,tonalità rosso verde e blue,con un’angolazione di 180 gradi in modo da essere visibili sia frontalmente sia all’interno della facciata. La proiezione radiale della luce permette la creazione di un omogenea apparenza,mentre le tre tonalità garantiscono la creazione dell’intera gamma di colori. Il sistema garantisce una trasparenza all’interno,attraverso la distanza tra i tubi in perspex,del 70% e una qualità dell’immagine migliora con l’allontanarsi dello spettatore dalla facciata.
La tecnologia della facciata digitale viene incontro non solo all’esigenza di veicolare il flusso d’informazioni attraverso gli edifici ma anche di relazionare l’individuo con la scena architettonica inglobando l’utente all’interno dello spettacolo mediatico creato dall’opera.
Sul fronte abitativo,ma il discorso può essere esteso anche ad edifici direzionali o pubblici,il digitale permettere di automatizzare alcune operazioni che regolano il rapporto tra l’utente e l’ambiente costruito attraverso la demotica. Il termine Domotica riprende un neologismo francese Domotique derivante dai termini Domus e Informatique e nasce per raggruppare una serie di tecnologie di automatizzazione quali l’Home Automatition e Building Automation sviluppatesi nell’ultimo decennio. Queste nuove tecnologie automatizzano alcune operazioni che interessano il comfort ambientale(la regolazione della temperatura,dell’illuminazione e dell’umidità),la sicurezza(sia nel prevenire fughe di gas e incendi sia intrusioni esterne )il contenimento dei consumi energetici e l’utilizzo dei sistemi di home entertainement quali l’impianto hi-fi,la tv il lettore dvd e le consolle per videogiochi(attraverso il collegamento tra questi o la loro sostituzione in un unico apparecchio interattivo. Tuttavia uno dei limiti che sussistono allo sviluppo della demotica è la mancanza di uno standard universale per tutte le tecnologie demotiche,l’analogo in campo delle comunicazioni via cellulare dello standard GSM. Il Laboratorio di Demotica presso ‘Istituto di Scienza e Tecnologie dell’informazione di Pisa sta lavorando al progetto di DomoNet,un framework che pemetterà l’utilizzo di sistemi domotici differenti in modo semplice per l’utente. Il progetto prevede anche la creazione di un’interfaccia per il controllo di DomoNet da cellulare,palmare o smartphone. Un’ulteriore progetto dell’Istituto di Scienza e Tecnologie prende il esame la possibilità di tradurre il linguaggio naturale,un segnale vocale ad esempio,in un comando per DomoNet rinunciando così alla gestione dell’interfaccia da parte di utenti poco inclini all’utilizzo delle tecnologie informatiche.
Lo scenario così delineato vede la figura dell’architetto cambiare profondamente,al progettista vengono richieste numerose competenze che non riguardano la sola disciplina architettonica nella sua essenza,ma che spaziano dal settore del digital e visual design, all’ingegneria e all’informatica avanzata.L’architettura richiede una conoscenza trasversale che non può essere gestita da un unico professionista o studio. Il progetto vede così nella sua gestazione l’incontro tra diversi saperi, provenienti anche da paesi diversi per allargare i campi di ricerca. Ciò è stato permesso dalla creazione di groupware,software che gestiscono e aiutano il lavoro cooperativo,attraverso la condivisione di dati o il supporto al lavoro interattivo. Il CSCW (Computer Supported Cooperative Work) è un insieme di ricerche volte a migliorare il settore del lavoro cooperativo e i cui risultati sono riscontrabili appunto nei groupware.
Tuttavia lo sviluppo del digitale in Italia è vincolato da forti limiti sia dal punto di vista culturale che degli investimenti nel settore. Il nostro paese dispone infatti di un’enorme risorsa che è quella del” capitale umano”,infatti in relazione alla scarsa disponibilità di strumenti tecnologici siamo molto apprezzati per la creatività e il modo con cui gestiamo i progetti. Tuttavia in Italia siamo portati a concepire il sapere scientifico separato da quello umanistico,l’arte come separata dalla scienza. Questo errore culturale di fondo lacera ulteriormente il distacco in qualità di investimenti e risorse che ci separa dai nostri colleghi europei in primis e dal resto del mondo estendo il discorso ad una scala globale. Dal punto di vista culturale nel 2006 quasi il 60% dei cittadini italiani non aveva alcuna competenza informatica(contro il 37% della media europea) e solo il 13% delle case disponeva di una connessione a banda larga(il 25 % in Europa).Nel 2005 l’unico grande Paese europeo ad avere una percentuale di PIL relativo al settore informatico sotto il 2% è l’Italia,in contrasto con una media europea del 3 %. La percentuale di PIL che viene rinvestita nel settore informatico in Italia nel 2003 è dello 0,18% contro lo 0,55% degli USA,lo 0,75% del Giappone e l’1,65% della Finlandia. Eppure è stato dimostrato dall‘Istituto Tedesco di Ricerche Economiche che ogni miliardo investito nel settore informatico può rendere sei volte tanto.


Bibliografia
-DETAIL DIGITALE,dicembre 2007
-“Dalla Decostruzione Alla Cyber Architettura e Oltre” Paolo Vincenzo Genovese
-Franco Purini “Comporre l’Architettura”

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