sabato 22 marzo 2008

Fabris Anna


Fabris Anna matricola 263636


La tecnologia digitale ha imposto un cambiamento radicale nei materiali, nella tecnologia e nei sistemi di comunicazione utilizzati nell’industria delle costruzioni,portando anche il modo di pensare e praticare l’architettura ad una trasformazione radicale. Nel corso degli ultimi due decenni è stato diffusamente usato il CAD (Computer Aided Design) ed è soltanto negli anni più recenti che le funzionalità del CAM (Computer Aided Manufacturing), utilizzato nella produzione industriale, sono state impiegate in modo significativo anche nella progettazione architettonica. Risorse digitali come questa offrono enormi potenzialità di impatto, una delle quali è sicuramente la possibilità di apportare continue variazioni al progetto di serie nel processo di produzione.
Sempre più spesso gli architetti si sono ispirati ad altre discipline e ad altri processi industriali usando la progettazione al computer e i software per la produzione industriale, originariamente sviluppati per altri settori. Ciò può essere attribuito al fatto che molti cambiamenti culturali si sono verificati più velocemente in altri contesti rispetto quello della progettazione architettonica. È interessante notare che, nell’era dell’informazione, discipline un tempo distinte sono legate tra loro attraverso un nuovo linguaggio universale: il codice binario digitale. Molti dei programmi recentemente adottati hanno consentito a questa generazione di progettisti di lavorare con curvature estremamente complesse e con forme non euclidee, che sarebbero state impensabili senza l’uso del computer e di sofisticati software d’animazione. Programmi come Alias e Maya permettono di simulare l’azione di forze complesse e ambienti virtuali in continuo cambiamento dinamico, che possono poi essere tradotti in forma costruita. Ma l’uso della tecnologia digitale nella progettazione non si riduce solo alla creazione di nuove forme e spazi, una nuova frontiera su cui i progettisti dovranno misurarsi, potendo esprimere possibili funzioni e nuovi servizi per l'abitare, è rappresentata dagli scenari applicativi domotici. Oggi grazie alla domotica è possibile gestire facilmente molte delle funzioni di una casa, l’impianto di illuminazione, quello di riscaldamento e raffreddamento, il sistema d’allarme, e addirittura il sistema di comunicazione, il telefono, sia tradizionale o voip, fax, Internet.Ciò significa controllare in maniera centralizzata tutto il sistema casa, mediante interfacce semplici, spesso touchscreen, attraverso le quali è possibile “impostare” ambienti . Volendo ad esempio vedere un dvd, è possibile impostare lo scenario “Cinema” e le luci delle altre stanze si spengono e quelle del salotto si abbassano. Se il nostro sistema di gestione ci permette di controllare anche il lettore, dobbiamo solo ricordarci di inserire il dvd prima di sederci. Altra faccia importante della demotica è lo stretto legame con il risparmio energetico, data la sua predisposizione ad ottimizzare dei consumi ed evitare gli sprechi.
Alla base di tutto, per la trasmissione dei dati, reti wifi e banda larga. Per il resto il problema non è la tecnologia, ma piuttosto la testa delle persone, che devono vincere le proprie fobie per aprire la propria mente all’innovazione.
In Italia, grandi aziende di informatica come Olivetti sono scomparse. Le attività di ricerca e sviluppo di grandi aziende come Telecom e Enel sono state ridisegnate o del tutto cancellate. Le aziende pubbliche sono state privatizzate spesso anche senza preoccuparsi di mantenere e magari sviluppare una capacità produttiva e di innovazione. Sul lato dei finanziamenti si è verificato un crollo degli investimenti pubblici in ricerca e innovazione. L’Italia ha quindi bisogno di una scossa perché il problema non sono le occasioni mancate ma la scarsa capacità di reazione, le inerzie e le paure che ci frenano. Siamo affascinati dai media, dai servizi, dai telefonini e dalla televisione e non ci rendiamo conto che questi sono solamente una piccola porzione di un mondo ben più complesso che è in continua trasformazione ed evoluzione. Se non facciamo più software e in generale ICT, non è perché nel nostro paese manchino le risorse o le persone con le capacità per farli, ma perché manca la vision, il coraggio e la volontà di farlo.


· "PROGETTARE LA DOMOTICA" - Criteri e tecniche per la progettazione della casa intelligente" di M. Capolla - Maggioli editore – 2004

· "NUOVE BIDIMENSIONALITA" – Tensioni superficiali nell’architettura digitale” di A. Imperiale – Universale di Architettura -2001

· IL SOLE 24 ORE

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