sabato 22 marzo 2008

Battaglia Cristian, matr. 264204

IUAV DI VENEZIA - CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELL'ARCHITETTURA A.A. 2007-08
Corso di Fondamenti di informatica - Prof. Maurizio Galluzzo

BATTAGLIA CRISTIAN - matricola 264204

Scenari digitali

E’ un dato di fatto, Il computer è divenuto oggi di uso comune nella progettazione; più complesso è indagare sui motivi e sulle aspettative che stanno alla base di questa diffusione del mezzo digitale in architettura. L’architettura è divenuta specchio dello sviluppo culturale di un’epoca, ogni epoca ha a disposizione alcuni mezzi che nascono dallo sviluppo culturale, scientifico e più in generale, del pensiero.
Antonino Saggio definisce “Rivoluzione Informatica” l’attuale cambiamento epocale, basato fondamentalmente sulla complessità delle interrelazioni che stanno coinvolgendo anche il mondo architettonico, condizionandone le pratiche progettuali. “Il rinnovamento dell'architettura che stiamo vivendo in questi ultimi anni, afferma Saggio, non è solo un fatto di gusto, di moda, di linguaggio, ma il segno che si stanno affermando nuove sostanze e con esse nuove crisi ed opportunità.”
Move, Berkel e Boss sottolineano come l’applicazione delle nuove tecnologie risulti ormai assodata in molti altri aspetti della vita quotidiana e della produzione artistica, dai films, al design delle automobili, dalla musica all’editoria e persino all’educazione. L’architettura è già stata troppo lenta nell’incorporare i nuovi strumenti che le sono stati offerti. Ad un primo sguardo – dicono gli autori –questo sembra logico; l’architettura è un luogo, una cosa reale […] di cui possiamo avere esperienza solo visitandola. Ma l’architettura è anche una scienza pubblica ed un prodotto del proprio tempo. Questo è fortemente radicato nella maggior parte del mondo e nelle scelte che scaturiscono dall’introduzione delle nuove tecnologie. In quanto architetti, noi siamo obbligati a cercare un’attinenza con le pratiche contemporanee, gli eventi e le tecnologie – oppure a scomparire.
Dunque, come la “rivoluzione industriale" determinò un radicale mutamento di costumi, organizzazione sociale ed economica derivato dalla produzione artificiale della forza lavoro che era alla base dell’industrializzazione, provocando un impatto ampiamente registrato nelle pratiche architettoniche ed urbanistiche, così la “rivoluzione informatica” sta inevitabilmente plasmando procedure ed obbiettivi dell’architettura: il passaggio dalla logica lineare della catena di montaggio, alla logica discontinua e complessa della rete e del virtuale è assorbito, rivisitato ed interpretato dalla pratica architettonica in ogni sua fase, dal concepimento progettuale alla realizzazione produttiva.
Da un lato basti pensare a come l’acciaio e l’ascensore consentirono lo sviluppo della città verticale e a come i mezzi di comunicazione e di spostamento, compresa l’automobile, aumentarono il senso comune per la distanza geografica, prossimità e temporalità […] rendendo possibile la concezione della città diffusa regolata dalla ragnatela di strade di tutti i tipi. Anche i processi costruttivi vennero mutati in sintonia con le nuove possibilità offerte dal sistema industriale, con ripercussioni sulla forma stessa dell’espressione architettonica.
Dall’altro, alla fine del nostro secolo è la rivoluzione dell'informazione che provoca una metamorfosi dell'architettura e del disegno urbano. La tecnologia digitale sta trasformando la natura e gli intenti del pensare architettonico e della creatività, smottando le relazioni tra materia e dati, tra il reale e il virtuale e tra l'organico e l'inorganico e guidandoci in un territorio instabile dal quale stanno emergendo ricche e innovative forme.
Dice PETER ZELLNER in Hybrid Space. New forms in digital architecture.: “ Un nuovo spazio-tempo vernacolare sta riscrivendo il modello della città come un intreccio di cavi e connessioni satellitari che connettono massicce distanze fisiche lungo una geografia terrestre curva.”
Nella configurazione assunta dalla realtà dell’epoca in cui viviamo, è insita una paradossale possibile staticità dei fruitori di quegli stessi manufatti che si sono svincolati da una concezione sovradeterminata: da un lato la conoscenza umana ha la possibilità di espandersi attraverso complesse reti di telecomunicazione, dall’altro il nostro fisico viene bloccato nella postazione dell’interfaccia, sia essa un fax, un televisore o una workstation. Questo impone una riformulazione del concetto di “luogo” che consideri come lo scambio istantaneo di dati abbia talvolta sostituito il tradizionale significato di “mobilità”. Siamo ora (e sempre più) in grado di percepire diversi dati reali distanti, tra loro e da noi, contemporaneamente e senza la necessità di uno spostamento fisico. Le nuove connessioni operano al di fuori della convenzionale concezione di spazio e tempo e consentono un nuovo tipo di comunicazione slegato dal luogo degli interlocutori, implicando il superamento di fusi orari e distanze, attraverso una nuova geografia virtuale: la globalizzata e liquida "soft architettura" dei mezzi di comunicazione digitali fluisce sopra, sotto e attraverso le locali e concrete "hard architetture" delle nostre città contemporanee, creando un ambiente indeterminato e fluttuante, un'interfaccia tra pubblico e privato, collettivo e soggettivo, provinciale e planetario.[…] E’ questo forte senso di infinità, un libero prolungamento dell’identità e della coscienza sopra la superficie terrestre, che sta diventando una condizione nelle nostre vite e nella nostra architettura: le reti non si limitano ad organizzare le attività e distribuire le informazioni, ma sono dei reali produttori e distributori dei codici culturali .
“Abbiamo riempito il mondo di tecnologie e di sistemi complessi, che si sovrappongono ai sistemi naturali già esistenti e a quelli socioculturali, che si sono evoluti nel corso del tempo - afferma PINO GUIDOTT-. Questi sistemi sono invisibili […] e oggi c’è un’altra novità: l’uso totale del computer in quasi ogni ambito, il “pervasive computing”. I nomi per descrivere questo fenomeno sono diversi: “computerizzazione ubiquitaria”, “intelligenza ambientale”, “computer a scomparsa”, “cose pensanti”, “manufatti intelligenti”. Queste espressioni raccontano tutte che stiamo invadendo il mondo non solo con i sensori, ma anche con interruttori intelligenti capaci di reazioni autonome. […] nuvole di sensori senza fili, termometri, microfoni miniaturizzati, nasi elettronici e rivelatori di posizione trasmetteranno […] informazioni sull’ambiente […].Intanto, nel mondo degli affari, le aziende stanno creando sistemi nervosi digitali che consentano di stabilire connessioni fra tutto ciò che riguarda le loro attività: sistemi IT, fabbriche e dipendenti, fornitori, clienti e prodotti. Lo scopo è quello di monitorare in tempo reale ogni cosa.”
L'informazione e comunicazione tecnologica, i flussi informativi delle reti digitali terrestri e aeree , telefoni e televisione dell'ultimissimo periodo stanno rivoluzionando e determinando nuovi modi e stili dell'abitare nello spazio dell’uomo.
Ecco la “polvere intelligente”, la domotica , sempre più parte integrante dell' architettura di interni, essa influisce profondamente nello spazio e nei comportamenti intervenendo direttamente sugli scenari abitativi. Da qui la necessita' di integrarla nell'alveo culturale della progettazione architettonica, il nuovo sviluppo progettuale delle teorie e delle tecniche per soddisfare le 5 aree classiche in cui sono stati tradizionalmente classificati i sistemi domotici : sicurezza attiva, microclima ambientale, energia e illuminazione, apparecchiature elettrodomestiche e telecomunicazioni .
Durante gli anni '80, la domotique è stata definita la quarta dimensione dell'architettura, ora aspettiamo la nuova architettura tecnologica fatta di pareti a scomparsa o trasparenti a comando , o corpi selezionati che le attraversano, materiali programmati per assumere forme e funzioni, sistemi intelligenti dotati di pseudocoscenza che ci assecondano in ogni azione, ecc.. e considerata l’architettura specchio dello sviluppo culturale di un’epoca ci troveremo di fronte il riflesso del sviluppo culturale, scientifico del nostro tempo.


BIBLIOGRAFIA:

- PINO GUIDOTTI, Progetto profondo, Domus 852 Ottobre 2002
- CHRISTIAN PONGRATZ, MARIA RITA PERBELLINI, Nati con il computer. Giovani architetti americani, Testo & Immagine s.r.l., Torino, 2000.
- ANTONINO SAGGIO, La rivoluzione informatica
- PETER ZELLNER, Hybrid Space. New forms in digital architecture. Pag. 10
- CAROLINE BOSS e BEN VAN BERKEL, UN Studio, MOVE, UN Studio Goose Press, 1999.
- MASSIMO CAPOLLA, Progettare la domotica. Criteri e tecniche per la progettazione della casa intelligente, Santarcangelo della Romagna, Maggioli, 2004

Nessun commento: