giovedì 20 marzo 2008

Esercitazione: scenari digitali



Antoniazzi Stefano 264271


Prima di iscrivermi alla facoltà di architettura pensavo che il lavoro di un architetto consistesse solamente nella progettazione di un edificio tramite il disegno cartaceo o al computer , tramite appositi programmi, di piante, prospetti e sezioni. In questi primi mesi di lezione ho, invece, capito che questa non è altro che una piccolissima parte del lavoro di un architetto e che il computer, e più in generale la tecnologia, è uno strumento utilissimo, se non fondamentale, che un architetto ha tra le mani. Dicendo ciò non intendo certo riferirmi solamente a programmi come il CAD o SOLID EDGE, che servono solo a semplificare e velocizzare il disegno, mi riferisco piuttosto all’utilizzo di internet , fondamentale per compiere ricerche rapide di materiale o per poter comunicare con tutto il mondo in qualsiasi momento.
Se si pensa poi che, grazie alla tecnologia wireless , si può avere l’accesso a internet praticamente in ogni luogo, come ad esempio in un cantiere piuttosto che in un treno, i vantaggi che la tecnologia comporta diventano evidentissimi: la possibilità di poter portar avanti un lavoro senza doversi trovare per forza nel proprio ufficio ad esempio. Grazie alle ultime tecnologie è ora possibile lavorare concretamente ad un progetto da diversi punti del globo contemporaneamente. Questo tipo di collaborazione sarebbe stata impossibile senza il supporto della tecnologia, che, nel giro di pochi anni, permetterà a più persone, situate in vari punti del pianeta, di lavorare a progetti tridimensionali e non più bidimensionali.
Questi risultati saranno possibili grazie al potenziamento delle reti “senza fili” e allo sviluppo di nuove tipologie di stampanti, che, diversamente dalle stampanti attuali, saranno in grado di creare modelli in tre dimensioni dei progetti.
Bisogna, però, tenere conto che in Italia lo sviluppo della tecnologia è frenato dalla scarsità di finanziamenti sia da parte degli enti pubblici (che preferiscono investire i soldi dello stato in altri campi) che da parte dei privati (che preferiscono non sovraccaricare il mercato).
Parlando di tecnologia non si può, poi, non introdurre la domotica. La creazione di un edificio intelligente è sempre stato uno dei sogni dell’uomo. Sono, però, convinto che sia ancora troppo presto per inserire una cosi grande tecnologia all’interno delle mura domestiche. Dicendo questo non intendo voler bandire la domotica. Penso, invece, che sia più utile continuare a studiarla e migliorarla per poter inserire nelle case di un prossimo futuro una tecnologia che sfiori la perfezione.


Bibliografia:
-La rivoluzione digitale in Italia e in Europa, Davide Gallino;
-Dal pascal alla multimedialità, Mondadori;
-Focus (maggio 2007)

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