martedì 18 marzo 2008

scenari digitali


STEFANIA MARCHESINI matricola 264005
UNIVERSITA' IUAV DI VENEZIA,
corso di laurea in scienze dell'architettura
corso di fondamenti di informatica, Prof. Maurizio Galluzzo AA 2007-2008


esercitazione : SCENARI DIGITALI




Grazie al continuo miglioramento dei programmi grafici e dei supporti informatici oggi disponibili anche l'architettura, come molte altre discipline, ha fatto un enorme balzo in avanti : realizzare un progetto con un programma grafico che possa lavorare in 3D con rendering, studio dell'illuminazione, resa realistica, filmati ecc. consente di visualizzare il progetto da ogni possibile punto di vista, ci consente di entrare al suo interno, di esplorarlo in ogni suo angolo. E' un modo diverso di lavorare che ci offre un progetto estremamente preciso, nel tratto e nelle dimensioni, (mentre con disegni realizzati a mano le approssimazioni per misure molto esigue sono ritenute accettabili ) e consente un enorme risparmio di tempo nella realizzazione di modifiche al progetto ( con il disegno manuale è necessario ridisegnare tutte le tavole ogni volta che si apporta una piccola modifica ). Con adeguati programmi realizza istantaneamente esplosi e dettagli esecutivi per la messa in produzione.
Per esempio RDB è il maggior gruppo italiano attivo nella progettazione e realizzazione di edifici prefabbricati con varie destinazioni d'uso. I suoi progetti evidenziano il ruolo che un'azienda di questo tipo può svolgere con l'aiuto delle più avanzate tecnologie informatiche nel legare e coordinare il complesso flusso informativo della progettazione e realizzazione degli edifici, dalle fasi di progetto alle fasi di montaggio in cantiere.
L'architetto abituato a lavorare costruendo modelli in gesso o cartonlegno, allenato cioè a toccare e plasmare la materia fino a dargli una forma e una poesia, traducendo in visibile ciò che era solo nella sua mente, ha trovato il modo di coniugare brillantemente i due metodi di lavoro, integrandoli. per esempio l'architetto Frank Gehry attualmente progetta creando modellini in laboratorio che, una volta definiti nella forma esterna , vengono tradotti in disegno grafico da un computer che , collegato ad un pennino rivelatore di coordinate, ricostruisce il modello sul monitor, identificandone le proprietà geometriche, altrimenti ottenibili con una sequenza interminabile di tentativi di disegno. Questo permette di sperimentare forme e volumi completamente nuovi nello scenario architettonico, che vengono poi tradotti in un progetto verosimile con l'uso del computer. Il progetto si spinge verso orizzonti sempre più avvenieristici. "Sembra che il linguaggio architettonico contemporaneo ricerchi una nuova piattaforma di rappresentazione che sia in linea di continuità col suo percorso espressivo e, allo stesso tempo, che la forma progettata si alimenti dello stile e dei codici dell'innovazione visuale ben esplicitati dalla grafica, intesa nel suo significato di spazio visivo determinato da segni." ( Arch. Diana Buonomo La Rossa )
La generazione più giovane di architetti e designer italiani ha elaborato spazi fluidi in movimento composti da superfici complesse, piegate, distorte, alternative alle geometrie proprie del moderno. Lo spazio digitale è un luogo di azione del progetto verso la costruzione di nuovi mondi da abitare. Anche in Italia si sono sviluppati nuovi gruppi di studio operanti nella ricerca architettonica, nel design, nel rilevamento architettonico e ambientale, e nel prototiping. L'architettura è comunicazione, e ricerca nella rappresentazione il suo naturale potenziale espressivo. " Il computer ti dà la possibilità di realizzare cose che non potresti fare direttamente dalla mente alla mano ", sostiene Peter Eisenman, che aggiunge : " è ancora necessario pensare, vedere in tre dimensioni, poichè l'architettura nell'era dei media, dell'immagine, deve dare risposte di efficace spazialità, corporeità nei confronti dello spazio. Produciamo costantemente dei modelli dopo averli concettualizzati al computer. E' quindi un processo d'affinamento continuo".
Uno dei maggiori limiti dello sviluppo dell'informatica e delle tecnologie digitali in Italia è la sostanziale diffidenza dell'utente: l'italiano ha ancora bisogno di toccare con mano , non sfrutta ancora a pieno le potenzialità di internet ( acquisti, informazione, condivisione di documenti, accesso a banche dati di enti pubblici, rapporti aziendali e commerciali, ecc.)ha bisogno di un interlocutore fisico, teme la frode, usa poco la carta di credito. I tradizionali meccanismi di protezione e le misure di tutela della privacy come li abbiamo finora conosciuti, non sono più in grado di contrastare il sottile e insidioso controllo che si compie tramite i più svariati servizi e dispositivi telematici: internet, e-commerce, cellulare, carta di credito, bancomat, telepass, cartelle cliniche, calling cards, lettori di codici a barre, tessere di riconoscimento elettronico, apparecchi di identificazione biometrica attraverso il viso, l'iride, la voce o la mano, impianti di videosorveglianza a circuito chiuso, sistemi di sorveglianza satellitare, ecc. Questi servizi e dispositivi sottopongono la nostra vita a un subdolo e capillare controllo, ma così facendo essi concorrono a mettere in crisi il sistema vigente della produzione e dell'identità personale. Dappertutto regna la tendenza all'intrusione, a violare i confini del mondo privato delle persone. Questo spaventa e genera diffidenza. ( Memoria e conoscenza.Sulle sorti del sapere nella prospettiva digitale di Tomas Maldonado)
Un HYPERLINK è un collegamento ipertestuale, è un rinvio da un'unità informativa su supporto digitale a un'altra, nello stesso documento o in un'altro presente in un altro sito. Ha lo scopo di condurre ad ulteriori unità informative. La sua più comune applicazione si ha in un URL usato nel World Wide Web. Questo può riferirsi ad un documento, ad una webpage, o ad una posizione in una webpage. Lavora in htlm . I wikilink sono collegamenti ipertestuali o appunto link che puntano alle pagine di wikipedia, in pratica collegano pagine di wikipedia ad altre pagine dello stesso progetto ( in questo caso sotto il dominio it. wikipedia.org. )per agevolare la consultazione dell'enciclopedia. Inserie alcuni link nella presentazione di un progetto significa sia organizzare e semplificare il percorso di lettura , sia poter fare citazioni di altri progetti o bozzetti o altri autori che hanno concorso per esempio al raggiungimento del risultato che si sta presentando.
Il termine wireless ( senza fili ) indica i sistemi di comunicazione tra i dispositivi elettronici , che non fanno uso di cavi. Generalmente il wireless usa onde radio a bassa potenza, ma alcuni sfruttano la radiazione infrarossa o il laser. Le onde radio vengono utilizzate dalle reti tipo Wi-Fi cioè reti che devono coprire ambienti eterogenei, dove le postazioni da collegare possono essere separate da muri. Le reti basate su infrarossi vengono utilizzate per collegare dispositivi visibili direttamente, sono lente e sono sostituite oggi dai dispositivi Bluetooth.( Il conserzio Bluetooth è stato fondato nel 1998 e comprende i maggiori produttori di telefonia, elettronica e informatica )
Una rete WLAN indica una rete locale senza fili, tra computer che non utilizzano collegamenti via cavo per connettere tra loro gli host della rete. Questo semplifica la condivisione di dati e un miglior controllo delle fasi di produzione quando le macchi
ne sono compiuterizzate. Anche in architettura la progettazione che si avvale di un collegamento wireless può contare sulla collaborazione di più colleghi allo stesso progetto, ognuno sarà sempre aggiornato, ognuno può salvare il lavoro dell'altro.
Una spledida applicazione del sistema di rete è rappresentato dalla domotica , sistema di automazione di edifici residenziali e direzionali. E' la disciplina che si occupa di studiare tecnologie atte a migliorare la qualità della vita grazie all'automazione e al controllo di processi ripetitivi o poco performanti e all'integrazione dei sistemi. Tutto ciò si ottiene utilizzando insieme elettronica e informatica. La parola deriva da Domus ( casa ) e automatica ( informatica o robotica). Si occupa di migliorare la sicurezza e il risparmio energetico, di semplificare l'installazione, la manutenzione e l'utilizzo della tecnologia, sviluppa il concetto di " casa intelligente".
Un sistema domotico si completa di solito con un sistema di comunicazione con il mondo esterno ( messaggi telefonici, SMS o e-mail) per permettere il controllo e la visualizzazione dello stato anche da remoto. Sistemi comunicativi di questo tipo tipo , chiamati gateway, svolgono la funzione di avanzati router , permettono la connessione di tutta la rete domestica al mondo esterno, e quindi alle reti di pubblico dominio. Se scatta l'impianto d'allarme, per esempio, si può vedere da un telefonino ciò che le telecamere stanno riprendendo nell'abitazione, si può accendere a distanza una sauna , così sarà pronta al nostro rientro, si può modificare la temperatura degli ambienti interni anche da remoto, o accendere un forno , o ancora controllare l'inventario di un frigorifero per poter provverdere alla spesa.
In una casa domotica si possono personalizzare diversi scenari, cioè un sistema di operazioni svolte in modo sistematico e sequenziale, che vengono concentrate in un unico comando. Per es. " giorno " : si alzano le tapparelle, si accende il riscaldamento, si scalda l'acqua nel bagno, la macchina del caffè si mette in funzione, e magari si accende la musica . " lavoro " : si attiva l'allarme, si spengono le luci, si abbassa il riscaldamento. La casa intelligente rende l'ambiente eco-compatibile . Grazie all'accurato studio dei materiali che compongono l'arredamento e ad un efficace isolamento la casa richiede meno energia, consuma meno acqua e produce meno rifiuti di una casa normale.
Bibliografia:
- " Memoria e conoscenza.Sulle sorti del sapere nella prospettiva digitale" di Tomas Maldonado
- " Architecture & P.C. : la rivoluzione in architettura " di Paolo G. Mancia
- " Innovazione, tecnologia, progetto " di Riccardo Morandi
- citazioni di Arch. Diana Buonomo La Rossa
- citazioni di Arch. Peter Eisenman

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