venerdì 14 marzo 2008

Banchieri Filippo

Banchieri Filippo matricola 263807

Università IUAV di Venezia, corso di laurea in scienze dell’architettura, corso di fondamenti di informatica, prof. Maurizio Galluzzo, A.A. 2007/2008

Esercitazione: scenari digitali

Più tempo alla gestazione delle idee e una potenzialità di progetto sciolta dai vincoli dello sviluppo grafico manuale e del calcolo: l’informatica consente di ridurre i tempi di elaborazione delle tavole, di lavorare a distanza costruendo una relazione tra più persone su progetti sempre aggiornati. Le verifiche e gli adeguamenti legislativi e normativi, gestiti in elettronico, riducono considerevolmente i margini di errore e le omissioni.
L’introduzione dei personal computer nel processo di progettazione nei primi anni ottanta è stato l’inizio di una serie di innovazioni nel design e nella produzione dell’architettura. Inizialmente il personal computer era utilizzato prevalentemente per automatizzare una serie di aspetti nel processo esecutivo e costruttivo, per i vantaggi che questo tipo di innovazione comportava: riduzione dei costi del lavoro, velocità di produzione, facilità di correzione e riproduzione. Successivamente, con l’inserimento dei primi programmi di disegno tridimensionale, alcuni architetti iniziarono ad utilizzare questo strumento come un vero e proprio supporto alla realizzazione e completezza del progetto. In molti casi questa nuova interazione riguardava essenzialmente la possibilità di sviluppare il progetto architettonico utilizzando la ripetizione di elementi. In altri casi invece l’attenzione progettuale ha portato allo sviluppo di oggetti architettonici più particolari, ricavati spesso dalla deformazione di superfici e piani tradizionali.
Lo sviluppo digitale degli strumenti e delle tecniche di progettazione ha modificato il lavoro dell’architetto, non solo nel senso del metodo di lavoro, ma più direttamente nelle potenzialità creative del processo di progettazione. Il digitale degli architetti non è più solo uno strumento realizzativo imprescindibile, ma piuttosto un vero e proprio processo creativo evoluto con cui si informa, rivoluziona e modifica l’ideazione che sta alla base del progetto architettonico.
Pur lavorando con elementi grafici immaginari, il vantaggio della rappresentazione digitale è proprio il consentire l’elaborazione di strutture complesse che esemplificano la forma e al tempo stesso simboleggiano i contenuti del progetto.
Le tecnologie informatiche hanno reso possibile mostrare idee formali con la stessa se non maggiore lividezza delle idee architettoniche fabbricate; i modelli numerici consentono di verificare con precisione i comportamenti di qualunque fenomeno fisico strutturale ed impiantistico, le valutazioni ambientali consentono di controllare gli effetti delle realizzazioni sull’ambiente circostante. Questo quadro prefigura una sempre maggiore sovrapposizione dei fenomeni virtuali e di quelli fabbricati. Il linguaggio dell’architettura non è più legato ad un processo di accumulazione di immagini ma si trasferisce su una analisi dei codici generativi dell’opera. L’idea di un’opera di architettura si svincola dal mero risultato formale, anzi ne diventa teoricamente indifferente, perché la sua identità espressiva risiede nei principi di formazione e non nella semplice forma.
La simulazione informatica delle trasformazioni possibili di un’opera di architettura consente di verificare i processi di contaminazione nel loro diventare forme del costruito.
Il risultato di tutte queste opportunità può andare verso la realizzazione di nuovi e diversi luoghi dell’abitare e dello stare. Essi però dovrebbero cercare la loro diversità non nella evoluzione di mode e modi di apparire, ma soprattutto nella formazione della loro immagine. La sperimentazione spaziale si svincola da rigidità della sua stessa rappresentazione.
La Rete, i sistemi informativi per l’ideazione e la progettazione degli edifici, i materiali e i modi stessi della costruzione stanno cambiando l’essenza dell’architettura. Gli spazi tendono a essere sempre più multifunzionali e sono ideati attraverso geometrie complesse, la costruzione è realizzata con una sorta di “artigianato informatico”, con pezzi speciali creati attraverso frese guidate da modelli digitali, ma soprattutto è l’informazione che sta diventando componente essenziale di una nuova architettura e di un nuovo ambiente urbano. In particolare, gli architetti d’avanguardia stanno cercando di concepire una generazione di edifici e di spazi che abbiano “coscienza” del cambiamento del quadro operativo e sociale che l’informatica porta con sé e che siano capaci di esprimere questa rivoluzione.
In questo contesto si inserisce lo sviluppo della domotica, ovvero la tecnologia che studia l’automazione della casa.
La vita odierna ha ritmi sempre più frenetici, velocità sempre maggiori, accelerazioni incredibili. L’uomo del terzo millennio, nel proprio vivere quotidiano a casa, al lavoro, durante il tempo libero, deve confrontarsi di continuo con una duplice esigenza: rendere compatibili i ritmi frenetici e la relativa mobilità con la “gestione” e il “controllo” del proprio habitat sia esso la casa o l’ufficio.
Le tecnologie demotiche offrono significativi vantaggi all’utente in termini di sicurezza, risparmio energetico, comfort e flessibilità nella realizzazione o nella riconversione di un impianto.
Sono tecnologie abbastanza semplici da progettare, da installare e da configurare ed assicurano al committente, al progettista ed all’installatore una gamma di soluzioni impensabili con i prodotti tradizionali. Molte operazioni possono avvenire senza che l’utente abbia la necessità di dare un comando. Si pensi per esempio all’accensione di una lampada all’ingresso di un utente in un locale: l’utente non deve neanche preoccuparsi di cercare l’interruttore a parete che in un’installazione demotica può non esistere. La quasi totalità delle funzioni avviene in maniera talmente automatica che l’intervento dell’utente è davvero limitato al massimo; vi sono poi funzioni che possono essere attivate addirittura attraverso un comando dato a voce. Pertanto i bambini e gli anziani sono le persone che maggiormente potranno avvantaggiarsi dell’utilizzo di questi sistemi.
Le condizioni climatiche dell’ambiente sono regolate in continuazione, in maniera automatica, in funzione di precisi criteri di massimo comfort per l’utente.
È notevolmente accresciuta la sicurezza dell’utente e dell’edificio stesso. Si pensi al livello di automazione raggiunto dai sistemi di rilevazione fumi, connessi ai sistemi di allarme che consentono una rapida evacuazione dell’edificio in condizioni di pericolo, nonché ai sistemi di spegnimento incendi che consentono di spegnere l’incendio salvando persone e beni materiali. Si pensi ai sistemi di antifurto e di antintrusione che tutelano sia persone sia cose all’interno dell’edificio.
Dopo l’automazione industriale, la seconda frontiera dell’automazione è stata rappresentata dalla “Building automation” ossia dall’automazione dell’edificio, molto spesso sintetizzata in un termine di grande impatto quale “edificio intelligente”. Negli ambienti adibiti ad uffici di notevoli dimensioni è oggi presente di solito un centro di controllo nel quale confluiscono le informazioni provenienti dai vari impianti presenti in campo, quali impianti di illuminazione, impianti di forza motrice, impianti di rilevazione fumi, impianti di telesorveglianza e controllo accessi.
Da questo centro di controllo è quindi possibile non solo controllare ma anche comandare tutte le utenze. È stato favorito il risparmio energetico: infatti, la possibilità di controllare gli impianti di illuminazione impedisce di lasciare accese lampade in settori dell’edificio dove non c’è più presenza di persone.
L’inquilino può inoltre controllare la sua abitazione anche quando è lontano da casa: tramite l’utilizzo di internet o di un telefono cellulare da ogni parte del mondo è possibile tenere sotto controllo audio-video ogni ambiente domestico personalizzato, verificando il funzionamento degli impianti e dando i comandi per ogni funzione: dalla regolazione della temperatura, all’apertura di porte e finestre, all’irrigazione, all’accensione di elettrodomestici.
I processi di progettazione e produzione dell’architettura possono essere ottimizzati utilizzando le tecnologie wireless il cui maggior vantaggio è appunto l’assenza di vincoli dovuta a connessioni attraverso cavi. In questo modo vari utenti possono comunicare tra loro e inviare dati in ogni momento e ovunque si trovino. I dati così trasmessi non necessitano di supporti magnetici come pendrive, cd o dvd.
Questa tecnologia permette di velocizzare i processi sia di progettazione che di produzione, con un conseguente abbassamento di costi . Le reti locali Wireless possono utilizzare come mezzo trasmissivo le onde radio, la luce infrarossa o i sistemi laser.
Le onde radio vengono utilizzate dalle reti tipo Wi-Fi, cioè reti che devono coprire ambienti
eterogenei dove le diverse postazioni da collegare non sono necessariamente visibili, infatti
possono essere separate da muri o da intercapedini.
Le reti basate su infrarossi vengono utilizzate per collegare dispositivi visibili direttamente,
sono lente e spesso utilizzano dispositivi dedicati, infatti sono in disuso, sostituite quasi
totalmente dai dispositivi Bluetooth.
Le reti basate su Laser vengono utilizzate normalmente per collegare sottoreti costruite
utilizzando altre tecnologie. Il Laser viene utilizzato per la sua elevata velocità di trasmissione.
Un tipico esempio è il collegamento delle reti di due edifici vicini. Il laser ha il problema di
essere sensibile alle condizioni esterne ed alle vibrazioni, infatti anche queste tipologie di
dispositivi sono considerate in disuso e quasi sempre sostituite da collegamenti via onde radio.
L’Italia purtroppo in confronto ai principali Paesi europei è molto arretrata nell’ambito del sistema informatico e dello sviluppo di nuove tecnologie.
L’assenza di una vera cultura informatica diffusa è dovuta innanzitutto ai programmi di istruzione scolastica: nelle scuole non viene ancora attribuito il giusto peso all’insegnamento dell’informatica, quando invece in altri Paesi l’informatica è una materia di grande importanza fin dalle elementari.
Inoltre da parte dello Stato italiano non vi è un grande supporto alla ricerca e gli investimenti in questo campo sono scarsi (basti pensare alla cosiddetta “fuga di cervelli”, giovani laureati costretti a migrare all’estero per trovare un adeguato sostegno alla loro professione).
Preoccupante è il fatto che da parte delle grandi aziende talvolta c’è diffidenza nello sperimentare nuove tecnologie che non possono quindi diffondersi.
A tutto ciò si aggiunge il generico handicap della disinformazione: gran parte della popolazione (in particolare i meno giovani), non sono a conoscenza degli indubbi vantaggi che un servizio come quello offerto da internet può rendere (disporre in pratica di un’immensa enciclopedia di facile consultazione, avere informazioni in tempo reale o addirittura effettuare acquisti restando comodamente seduti a casa).

Fonti bibliografiche:

- Modulo, numero 335, ottobre 2007

- Architecture & PC, La rivoluzione digitale in architettura, Paolo G. Mancia, Hoelpi

- Computer e creatività per l’architettura, intelligenza artificiale e sistemi formali, Carlo Coppola, Alinea, Firenze 2005

- Dietro le quinte. Tecniche d’avanguardia nella progettazione contemporanea, Francesco de Luca e Marco Cardini, universale di architettura, 2003

- Introduzione alla domotica, Domenico Trisciuoglio, tecniche nuove, 2005

- Reti wireless, Held, Gilbert, McGraw-Hill, Milano, 2002

- L’architettura nell’epoca dell’incessante,Vittorio Gregotti

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