domenica 16 marzo 2008

Trevisan Sebastiano


Sebastiano Trevisan
matricola 264405

Nel 1963, al MIT, Ivan Edward Sutherland sviluppa Sketchpad, un sistema sperimentale che permetteva di disegnare su un monitor a raggi catodici con una penna ottica.
Da quel momento, le tecnologie applicate alla progettazione ed al disegno si sono evolute, passando per i vari software di disegno assistito da calcolatore (ad esempio il CAD). Questa tecnologia, indubbiamente precisa e veloce, ha però standardizzato tutte le procedure della progettazione, di conseguenza gli operati di architetti e designer in qualche modo sono tutti molto simili tra loro, certamente non nella forma, ma nel carattere di questa che fino a pochi anni fa era dato soprattutto dal segno nel disegno realizzato a mano.
Ci sono però nuove tecnologie che forse riusciranno a ridare un po' di anima al “progettare”. Una di queste è il Multi-Touch, una tecnologia che ha origine nel 1982 ma che solo negli ultimi anni ha avuto sviluppi importanti.
Basato sulla Human-computer interaction (HCI), grazie alla quale ci sarà la possibilità tra non molto di creare, progettare, manipolare utilizzando le mani, interagendo direttamente su un unico supporto, ad esempio un schermo in grado di rilevare i movimenti in più punti, dando così la possibilità di lavorare non solo con più dita di un unica mano, ma anche con più mani, di più persone, contemporaneamente sullo stesso schermo.
Questa sarà sicuramente un importante evoluzione non solo per la progettazione, ma anche per la Home automation (Domotica), un settore che già da tempo utilizza schermi portatili dotati di tecnologia touch screen per la gestione della casa a distanza.
Un importante contributo all’ automazione delle costruzioni ed alla progettazione viene dalla computer vision, un sistema di visione artificiale grazie al quale è possibile, attraverso la raccolta e la rielaborazione di informazioni effettuate da un computer, controllare e gestire azioni, in maniera automatizzata e costantemente aggiornata.
Naturalmente una costruzione realizzata adottando questo tipo di sistema richiederebbe la progettazione di impianti molto complessi ed ingombranti se si dovesse utilizzare una trasmissione via cavo, è pertanto indispensabile l’utilizzo di reti wireless per la trasmissione dei dati tra i dispositivi che raccolgono e rielaborano le informazioni, ma anche per il controllo da parte degli utilizzatori finali dei dispositivi a comando.
Come si è potuto vedere, nel corso degli anni le reti wireless hanno avuto un notevole sviluppo, diventando sempre più veloci e potenti, permettendo a più soggetti di interagire tra loro anche a grandi distanze senza l’ausilio di cavi, soprattutto negli USA dove esistono già da tempo intere città dotate di rete Wi-Fi.
La prima città a godere di questo esperimento fu Mountain View, in realtà poco più di un paese, in California, ma anche quartier generale di Google.
Nella realtà italiana tutto ciò è irrealizzabile purtroppo, basti pensare che al momento ci sono addirittura paesi in cui non è ancora presente la tecnologia ADSL.
In un futuro non troppo lontano, ci sarà la possibilità per gli architetti di realizzare modelli 3D sempre più vicini alla realtà e di poter lavorare in gruppi che lavorano a distanza a progetti in luoghi virtuali, rendendo più veloci i processi di progettazione e quindi di produzione, grazie anche al cloud computing, una “nuvola” di milioni di computer colegati tra loro, che permetterà di lavorare con grandi quantità di dati.
Rimane però il dubbio che tutto ciò, oltre a facilitare il lavoro dell’architetto, possa col tempo sostituire la vera “Architettura” con una più ridotta e banale progettazione.

Bibliografia:
  • La città dei bits, Spazi, luoghi e autostrade informatiche, William J. Mitchell, a cura di Sergio Polano, Electa,1997
  • The Plan, Architecture & Technologies In Details, n°017, Dicembre 2006, Centauro Edizioni Scientifiche, Bologna
  • Jack, Your life updated, n°91, Aprile 2008, Gruner+Jahr Mondadori

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