venerdì 21 marzo 2008

Esercitazione Ferron Debora


Ferron Debora, matricola 264106

Nel mondo delle arti visive esistono due componenti, una conformativa e una rappresentativa; nei vari casi vi è la prevalenza dell’una sull’altra. Pittura e scultura sono considerate arti rappresentative, pur implicando un lavoro di conformazione; architettura e design invece sono conformative sebbene implichino il lavoro della rappresentazione.

Il carattere rappresentativo dell’archittettura viene testimoniato da Leon Battista Alberti, architetto quattrocentesco, all’interno del suo trattato De re aedificatoria: “tra l’opera grafica del pittore e quella dell’architetto c’è questa differenza: quello si sforza di far risaltare sulla tavola oggetti di rilievo mediante ombreggiature e il raccorciamento di linee e angoli; l’architetto invece, evitando le ombreggiature, raffigura i rilievi mediante il disegno di pianta, e rappresenta in altri disegni la forma e l’estensione di ciascuna facciata e di ciascun lato servendosi di angoli reali e di linee non virtuali: come chi vuole che l’opera sua non sia giudicata in base a illusorie parvenze bensì valutata esattamente in base controllabili. È dunque opportuno costruire modelli”. In opposizione Andrea Palladio sosteneva la conformazione spaziale dell’architettura, dimostrata dai suoi studi e appunti sul modo di proporzionare gli spazi interni secondo l’aritmetica, la geometria e l’armonia.

Per quanto riguarda il moderno apporto digitale all’architettura penso che lo si debba quindi assegnare alla componente rappresentativa in quanto si tratta di una modalità per comunicare e informare, lontana dal creare oggetti tangibili.

Dall’inizio del XXI secolo il numero di software di cui possono disporre gli architetti è in continuo aumento: da Form-Z, AutoCAD, ArchiCAD e una vasta gamma di programmi utilizzati per il disegno, a Rhinoceros, programma di disegno ridimensionale adatto alla modellazione di superfici complesse, fino a software come Andilwall, utilizzato per verificare e calcolare le strutture in muratura. Ritengo che la molteplicità di questi programmi disponibili per la progettazione derivi dal fatto che le tecnologie sono in continua evoluzione, per cui non è possibile stabilire un punto di arrivo, ma esiste sempre la possibilità di migliorare per offrire agli architetti software sempre più aggiornati e innovativi. Il computer quindi sta diventando per l’architetto un “partner” ideale per la risoluzione di situazioni e problemi complessi, oltre che un mezzo per la rappresentazione di configurazioni architettoniche, senza però sostituire completamente il disegno architettonico o lo schizzo.

Per quanto riguarda la condizione italiana rispetto a queste tendenze digitali, credo che si trovi in una posizione più “arretrata” rispetto agli altri paesi. L’Italia sembra essere più impegnata nel recupero dei numerosi beni culturali che possiede, trascurando in questo modo la costruzione del nuovo. Ciò è dimostrato dal fatto che gli architetti italiani si dirigono in altri paesi in cui la tecnologia ha un peso maggiore. Una dimostrazione di questo fatto è il progetto di un grattacelo innovativo a Dubai sviluppato da David Fisher, un architetto fiorentino, e chiamato Rotating Towrer; si tratta di un edificio in grado di cambiare continuamente forma in quanto un meccanismo al suo interno permette ad ogni piano di ruotare autonomamente e capace di generare energia tramite il vento e il sole.

Un altro importante strumento x il lavoro dell’architetto sono le tecnologie wireless, le quali consentono a dei dispositivi di comunicare tra loro senza usufruire dei cavi. In questo modo gli architetti possono condividere e quindi avere a disposizione senza difficoltà dati riguardanti vari progetti tramite il computer pur trovandosi in luoghi diversi; questo è possibile in quanto tali tecnologie sono in grado di raggiungere capacità enormi in termini di chilometri. Un altro vantaggio è il risparmio del tempo, considerato sempre più prezioso, in quanto le reti wireless riescono a trasmettere dati a velocità elevata.

Le tecnologie non sono utili soltanto nella fase di progettazione di edifici ma si sono inserite anche all’interno della vita domestica quotidiana. Grazie alla domotica infatti si è riusciti a migliorare sicurezza e qualità della vita e, aspetto non meno importante, a risparmiare energia. La casa domotica, più comunemente definita “casa intelligente”, è caratterizzata da un sistema in grado di gestire facilmente il funzionamento degli impianti installati al suo interno; questo sistema spesso è collegato ad altri sistemi appartenenti al mondo esterno in modo da controllarne lo stato anche a distanza. Tutto ciò ha l’intento di rendere l’edificio domestico più accogliente ed economico mantenendo il rispetto per l'ambiente.

Bibliografia
-
Costruire, luglio-agosto 2007
- Livio Scacchi e Maurizio Unali,
Architettura e cultura digitale, 2003
- James Steele,
Architettura e computer, 2004

Nessun commento: