venerdì 21 marzo 2008

Gelain Enrico

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La comodità fondamentale della tecnologia per l’architetto o per l’utente finale è di far risparmiare tempo. Spesso l’architetto, un acculturato, ha bisogno di pubblicare, commentare, preparare discorsi e conferenze, scrivere saggi e a volte libri. I programmi di riconoscimento vocale abbreviano notevolmente queste operazioni, permettendo di dettare al computer direttamente in digitale i file. Anche i software OCR permettono questa velocità quando bisogna invece modificare i testi.
Il lavoro dell’architetto viene eseguito sempre più spesso, soprattutto ultimamente, in gruppo. Le tecnologie attuali sono in grado di implementare questa tendenza, ampliando la portata di campo di un architetto per interfacciarsi con lo studio di architettura. E’ utile avere un ambiente di lavoro pulito e ordinato: in uno studio di architettura la cosa migliore sarebbe che ogni collaboratore avesse un PC portatile personale, così da permettere un lavoro personalizzato ad ogni collaboratore; e che i computer fossero collegati tramite rete Wireless LAN e WAN grazie ad una scheda ricevente per ogni computer collegato, esterna od integrata, per liberarsi dai numerosi cavi in studio. In questo modo ognuno può aggiornare un ipotetico computer fisso principale dello studio col proprio lavoro ultimato ed è in grado di confrontarlo col lavoro aggiornato degli altri, presente nel PC principale. Col Wireless Fidelity si possono collegare anche numerose periferiche, come stampanti, scanner e plotters, sempre per eliminare i cavi.
Con un portatile è possibile interfacciarsi col mondo e lavorare fuori dallo studio in WiFi, in casa od in treno, ed è possibile anche avere internet nei WiFi spot pubblici. Con internet si annullano le distanze: ci si può confrontare con colleghi appartenenti a numerose culture diverse nel mondo, con la webcam si può mostrare ai colleghi internazionali schizzi e disegni astratti fatti a mano senza il bisogno di tradurli prima in digitale, od anche seguire conferenze formative senza essere per forza in loco. In questo senso le community od i portali sono molto utili: possono fornite informazioni, aggiornamenti, commenti o nuovi articoli, forum o conferenze su internet.
Un portale attivo potrebbe anche avere al suo interno degli addetti incaricati di fare da intermediari con le ultime novità dal mondo dell’industria o dell’università o CNR: per scovare tecnologie o materiali nuovi per l’architettura e pubblicarle sul portale per ricevere commenti e confrontarsi con gli architetti frequentanti la community, oppure ricevere anche proposte di ricerca dalla community da sviluppare poi in aziende. Questa è la forza della scienza sin d’ora sviluppata: la possibilità da parte degli utenti di richiedere studi accurati e specifici di settore ai produttori per risolvere gli specifici problemi, in modo che possano sviluppare, produrre e commercializzare quella tecnologia specifica, in modo da risolvere problemi e semplificare la vita degli utenti finali, in questo caso gli architetti nel settore edilizio. Questo è anche il limite maggiore della tecnologia attuale: non è al momento ben saldo il collegamento tra utente e azienda produttrice per cui si corre il rischio che il produttore investa i propri soldi in ricerche e tecnologie in ultima analisi non utili per l’utente; o che l’utente abbia da confrontarsi con un problema senza che nessuna azienda lo analizzi producendo una tecnologia atta a risolverlo.

Bibliografia:
· Il Sole 24 Ore – “Azienda ed utente finale, il nuovo confine della produttività”
· Apogeo - “Wireless fidelity”, di Daniele Pauletto
· Jack – “Le community web”
· Panorama – “I nuovi portali dell’informazione”

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