venerdì 7 marzo 2008

Esercitazione

Fondamenti di informatica - Esercitazione obbligatoria

Per poter sostenere l’esame lo studente dovrà consegnare nei tempi previsti la seguente esercitazione.

Titolo: scenari digitali

Descrivere (con non meno di 2000 battute) quali scenari di lavoro per un architetto si prospettano nel prossimo futuro grazie all’utilizzo delle tecnologie informatiche e telematiche.Al fine di tracciare un percorso coerente si forniscono di seguito alcune domande a cui la relazione dovrà rispondere in forma discorsiva:

- Quali tecnologie digitali diventeranno importanti per le professioni dell’architettura?
- Quali sono i maggiori limiti dello sviluppo dell’informatica e delle tecnologie digitali nel nostro paese?
- In che modo si possono utilizzare le tecnologie wireless per ottimizzare i processi di progettazione e produzione dell’architettura?
- Quali saranno le tecnologie domotiche che potranno essere applicate nella progettazione di edifici ad uso residenziale e direzionale?

Indicare almeno tre fonti bibliografiche (LIBRI o RIVISTE CARTACEE - no siti internet) usati come riferimento.
L’elaborato dovrà essere inserito nel blog scenaridigitali.blogspot.com entro lunedì 24 marzo 2008
La prima riga del testo dovrà contenere le generalità dello studente (nome, cognome e matricola)

1 commento:

Daniele Foggiato ha detto...

Daniele Foggiato 265052

Vorrei anzitutto premettere a chi s’accingesse alla lettura dell’elaborato, la possibilità di riscontrare talune posizioni personali dai tratti eventualmente polemici, remissivi od accomodanti, derivanti da un approfondimento critico del tema. Questo perché credo che ogni relazione con l’architettura, sia essa intesa in termini pratici o teorici, accademici o non, debba fondarsi e sulle basi teoriche derivanti da un’indagine conoscitiva tipicamente critica, e sull’apporto personale a sua volta derivante da una rielaborazione di quanto appreso, altresì redatto criticamente.
Che la tecnologia digitale, basata su sistemi fisici elettronici, che si relazionano con l’uomo tramite l’uso di interfacce più o meno intuitive, più o meno complesse, stabilendo con esso un rapporto comunicativo analogo ad un dialogo tra soggetti parlanti differenti linguaggi, sia radicato universalmente ed orizzontalmente nel sistema produttivo globale è cosa nota.
Non è conoscibile, ma eventualmente interpretabile quale sarà l’evoluzione di questa tecnologia che non comprende esclusivamente quella data categoria di elaboratori di segnali definita computer, bensì un range di dispositivi considerevole. Anche per questo motivo è difficile pensare alle opportunità che il progresso tecnologico di tali componenti possono offrire, basti pensare all'evoluzione del microprocessore, strettamente legata alla legge di Moore, una legge lineare che predice il raddoppio del numero di transistor integrabili su uno stesso chip, ogni 18 mesi. Moore per raddoppio del numero di transistor intendeva, in termini di prestazioni, il conseguente raddoppio della capacità di calcolo del microprocessore, questo è solamente uno dei motivi dell’esponenziale crescita dei sistemi informatici.
Non credo che l’avvento del calcolatore costituisca un punto di partenza per una nuova architettura.
Credo vada fermamente sostenuta la causa di come i programmi di computer aided design siano esclusivamente degli strumenti per la progettazione, talora quasi più rigidi del vecchio metodo “a mano” (basti pensare al sistema di posizionamento nello spazio segnato dagli assi cartesiani che ci accompagnano dalla prima linea del progetto alla stampa), intendendo con questo termine tutti gli strumenti (Squadre, tecnigrafi, parallelografi,matite,chine, compassi ...) che la tradizione di questa disciplina ha mantenuto da secoli sino a qualche anno addietro (e che ancora persiste in qualche studio, ma destinata ad affievolirsi con un a fase di release non così ampia), i costi e la tempistica progettuale impongono il loro uso. Per questi motivi, nessuna committenza oggi affiderebbe un incarico ad un architetto senza la dotazione di computer e programmi CAD.
Essi determinano quindi un'economia di tempo e di costi. Una sola postazione di lavoro equivale a tre disegnatori di allora.
Le cosiddette forme inedite, citate da Dorfles Gillo (e come lei da molti professionisti operanti nel settore) nell’articolo riportato in bibliografia, sono invece un problema di linguaggio estetico; Qualsiasi forma, anche la più complessa può essere riprodotta con le tecniche dei modelli, utilizzando tecniche più o meno elaborate, ricordo in materia la tecnica a punti utilizzata da Antonio Canova nel gesso delle tre grazie (modello di studio conservato nella gipsoteca canoviana di Possagno(TV)).
Non sono dunque i computer ad innovare l’atto progettuale-ideativo del complesso meccanismo di produzione dell’architettura, quanto più, in linea di massima, come asserito in precedenza, lo può accelerare.
Non appena si sposti l’attenzione verso le aziende che utilizzino tecniche di industrializzazione avanzate, si può notare come i sistemi di disegno assistito siano strumenti organici attivi nel processo produttivo, che non prevedono funzionalità fine a se stessa, bensì sono integrati nella struttura produttivo-organizzativa. Ed è questa particolare centralità che rende l’applicativo (parlando al singolare ma tenendo presente della molteplicità e soprattutto della varietà in relazione alle funzionalità di detti sistemi)estremamente delicato, pertanto, vi è una richiesta di flessibilità ed “apertura” che permetta l’accesso, la modifica, la visione, da parte degli organi preposti al controllo della produzione e della struttura, che assume anche grazie a questi sistemi una forma paradossalmente sempre più organica e sempre più standardizzata,evitando sprechi di tempo e costi aggiuntivi.
Un motivo di distacco da parte del processo edilizio nei confronti di questa metodologia operativa è dovuta alla natura stessa del progetto d’architettura, che si presenta in sé poco “seriale” e fortemente dipendente dal contesto storico-urbano e da una non meno importante variabilità dei costi, anch’essi difficilmente standardizzabili.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una forte espansione dei protocolli che permettono la comunicazione tra due o più macchine e consentono l’accesso a dei server (dispositivi di archiviazione “remoti”) che possono inviare e ricevere dati da ogni parte del mondo.
Non meno importanza, per la professione dell’architetto, va data alla ricerca delle informazioni mediante l’utilizzo delle risorse informatiche, che ha anche spinto il mondo degli ordini professionali a realizzare pagine fruibili da chiunque, in ogni luogo, attraverso la rete.
I computer remoti permettono di condividere informazioni via rete, il che fa sì che si possano riunire professionisti da ogni angolo del pianeta, che si possano controllare e gestire (appunto in remoto) tutte le fasi del progetto, le decisioni, i costi, le revisioni ecc..(per questa operazione, esistono degli applicativi appositamente realizzati per il lavoro di gruppo, utilizzabili attraverso la rete in quanto collocati sui server).
Tutte le figure del progetto sono coinvolte a distanza e, in pochi istanti tutti possono essere aggiornati sullo stato del progetto. Questa tecnica di interazione a distanza viene definita Collaboative Working (CW).
Il collaborative working viaggerà cablato su internet e raggiungerà i nodi terminali tramite le tecnologie wireless; Un esempio è rappresentato da tale asserzione: “il libero professionista lancia una stampa dall’ufficio in una stampante allocata in cantiere oppure invia il modulo direttamente su un dispositivo Palm OS al supervisore di cantiere.
Per quanto riguarda la fase progettuale-elaborativa spiccano, al termine del passaggio progettazione bidimensionale “reale”-progettazione bidimensionale virtuale-modellazione tridimensionale virtuale una nuova pagina va scrivendosi nell’era della progettazione.La modellazione fisica (Physical modelling). Già negli anni 70 se ne era parlato, ora, a poco a poco questo sogno sta prendendo consistenza. A questo proposito è disponibile in rete un saggio di poche pagine (5) in lingua inglese di Mark Evans e Paul Wormald (docenti al Department of Design and Technology, Loughborough University) che consiglio a chiunque fosse interessato ad una breve panoramica sul concetto di physical design.
Un ultimo approccio dell’evoluzione delle tecnologie digitali è rappresentato dalla possibilità di interazione delle stesse con il luogo fisico base dell’architettura.L’abitazione di fatto è l’espressione più intima dell’uomo che la vive: è quindi suo interesse personalizzarla sulla base delle proprie esigenze. Si dà spazio quindi a sistemi di controllo e management delle utenze domestiche (es. luci, prese, allarmi, automatizzazione degli scuri...) le quali utenze vengono messe a disposizione dell’utente utilizzando una vasta gamma di unità elettroniche (sensori, relè, unità di processo) che possono essere comodamente controllate e modificate da appositi PLC (Programmable Logic Controller) che permettono l’interazione uomo-macchina tramite l’utilizzo di interfacce user-friendly composte genericamente da pannelli sensibili al tocco (Touch Screen) che comunicano con le periferiche utilizzando cavi di rete installati in fase di assemblaggio dell’impianto elettrico oppure utilizzando le scanalature predisposte per il cablaggio di segnale (eventualmente possono essere utilizzate anche quelle a voltaggio ma si tende ad evitarlo in quanto si incorre nel rischio di interferenze da parte dei cavi dedicati al trasporto di corrente che, per quanto poco, generano un campo magnetico, per tanto in questa eventualità è opportuno utilizzare dei cavi schermati mantenendo in tale eventualità il segnale inalterato. Questo comporta un maggior costo del cavo a parità di metratura).
Si riporta in seguito un esempio di impianto di un appartamento (Scudo, acronimo di Sistema di Controllo delle Utenze Domestiche è un sistema elettronico integrato di home automation dedicato alla casa, progettato e brevettato dalla Tecmont, azienda romana che pone particolare attenzione ad attuare in modo continuativo il controllo dell'ambiente e della sicurezza nell'abitazione. Consente di ottenere risparmi energetici rispondendo a tutte le esigenze di automatizzazione domestica), verranno di seguito elencate le funzionalità semanticamente ordinate.
Carichi elettrici
-Sensore differenziale di corrente di carico inserito nel quadro elettrico generale in ingresso.
Utenze elettriche controllate
-Presa commutabile per lavatrice;
-presa commutabile per lavastoviglie;
-Elettrovalvola commutabile per eventuale irrigazione serra o balcone;
-Prese commutabili nelle camere dei bambini;
-Contatori commutabili per le utenze elettriche controllate;
Controllo termico:
-Sensore di controllo temperatura nella zona giorno;
-Elettrovalvola commutabile sul ramo di alimentazione dei radiatori giorno;
-Sensore di controllo temperatura nella zona notte;
-Elettrovalvola commutabile sul ramo di alimentazione dei radiatori notte;
Antifurto:
-Sensore volumetrico;
-Sensore di apertura delle porte;
è possibile anche partizionare l’impianto di allarme attivando e disattivando talune zone.
Gas, fumi, acqua:
-Sensore gas cucina;
-Elettrovalvola commutabile a riarmo manuale sull’impianto di adduzione del gas;
-Sensore fumi commutabile;
-rilevatore delle perdite d’acqua;
Videosorveglianza e antiaggressione:
telecamera per sorveglianza pianerottolo;
telecamera per sorveglianza stanza bambini;
Pulsante commutabile antiaggressione in prossimità del portoncino d’ingresso.
Sveglia:
-Avvisatore acustico remoto in camera da letto.
Collegamenti di rete:
-Disposizione attacchi RJ11 ed RJ45 per rete locale (LAN) e telefono.


Bibliografia:
Modulo: 1992-04; n. 180; da pag. 334 R. Del Nord
Modulo: tecnologia e progetto per la qualità edilizia. 1999; n 256 P.Prosperi
Domus: 1989; n. 708 J. Albrecht
Nicholas Negroponte: La macchina per l’architettura, il saggiatore 1972
Andreas Angelidakis - Future Homes
Murray Mline: Conference on cg in architecture: 1969 yale university
Il Corriere della Sera : 8 maggio 2007 p 25 R.Rizzo
Il corriere della sera: 17 settembre 2004 p37 D.Gillo