domenica 23 marzo 2008

Asaro Giulia

matricola 263743



Scenari digitali, saranno questi i prossimi ambienti lavorativi degli architetti.
Cestinando carta e penna, i progetti verranno realizzati tramite stili magnetici su supporti composti da fasci di luce olografici.
In passato i programmi grafici per PC che avrebbero consentito lo sviluppo di edifici e strutture architettoniche venivano considerati semplici frutti della fantasia degli scrittori cyberpunk.
Il pioniere di questa tecnologia fu Frank O. Ghery, che introdusse l'utilizzo del computer nella progettazione architettonica, oggi largamente diffusa grazie a programmi come AutoCAD, ArchiCAD ecc..
Questi programmi delineano sullo schermo le tracce dei progetti, tracce che un giorno unite alla ancora giovane tecnologia degli ologrammi segnaranno il nuovo modo di fare architettura.
Ben chiaro è l'esempio datoci nei film della saga di Star Wars, dove fasci di luce proiettati nell'aria trasmettono immagini registrate, statiche o in movimento.
Le vecchie linee su due dimensioni rappresentate nei monitor potranno essere proiettate nell'aria in modo da rendere chiara ed immediata la volumetria del progetto.
Inoltre, grazie a queste nuove tecnologie, sarà possibile interagire con l'ologramma stesso segnandovi, nel caso in cui ve ne fosse bisogno, le correzioni da effettuare, proprio come avviene in un touch screen.
Nei cantiere si potrà usufruire di questi ologrammi per poter visualizzare sul terreno d'appalto l'ipotetica struttura in dimensioni reali e tridimensionali.
In questo modo gli archittetti potranno anche mostrare ai propri colleghi o ai propri committenti i progetti e le modifiche tridimensionalmente anche a grandi distanze, sfruttando l'invio di file a grande velocità tramite le reti internet. Se questo da una parte spingerà la vita ad una maggiore 'introversia, dato la mancata esigenza di uscire per scambiare informazioni, dall'altra volgerà l'archittetto stesso alla costruzione di strutture sempre più estroverse, che in parte compenseranno il problema.
Ciononostante, queste tecnologie sono ancora in embrione persino in paesi altamente sviluppati come il Giappone o gli Stati Uniti d'America dove ogni anno vengono investiti milioni di dollari nella ricerca, di conseguenza in Italia, data la carenza di denaro destinato alla scienza, potremo coglierne i frutti solo fra molti anni.
La domotica ha invece compiuto passi da gigante già a partire dagli anni 90', infatti presto avremo nelle nostre case sistemi capaci di gestire le più semplici e tediose questioni quali il regolamento della luminosità e della temperatura, o quelle che portano via maggior tempo come l'igene o la preparazione dei pasti.
Sempre nel campo della domotica, ma in un futuro più lontano, potrebbero essere costruite macchine capaci di regolare le emozioni mediante l'utilizzo di particolari frequenze di cariche elettriche volte a stimolare i neuroni stessi, ad esempio sveglie capaci di rendere il risveglio programmato naturale.
Nell'attesa però che queste innovazioni bussino alle nostre porte, non ci resta che affidarci ai mezzi di cui oggi disponiamo.

-Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (Blade Runner)- Philip K. Dick
-Io PICCI - Marzo 2008
-Epoca - Agosto 1955
-Expanded Universe - Alan D. Foster
-Architecture & PC.La rivoluzione digitale in architettura - Paolo G. Mancia

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