martedì 18 marzo 2008

Marchetto Serena









Matricola: 264223

L’architettura non è un’arte statica, ma una continua evoluzione ,e come è in evoluzione lei stessa lo devono essere anche gli strumenti tramite i quali questa viene a comporsi.
La tecnologia, quindi i software di disegno 2d, 3d, internet,le schede grafiche sempre più innovative , il wireless e gli altri mezzi dell’ambiente informatico possiamo considerarli come attrezzi alla pari della matita, dello schizzo, del plastico e di tutte le componenti che hanno caratterizzato sino ad oggi lo studio dell’architetto. L’innovazione tecnologica non deve essere vista come sostituzione del vecchio metodo del fare architettura ma un mezzo sempre più potente per tradurre in realtà l’idea dell’edificio.
Partendo da un’idea iniziale questa verrebbe più volte modificata per adeguarsi alle esigenze formali, funzionali della committenza e dell’edificio stesso; la tecnologia serve a rendere più veloci e precisi questi mutamenti.


“ Questa tecnologia mi fornisce un modo di essere più vicino all’arte (di costruire). In passato c’erano molti passaggi fra i miei schizzi grezzi e l’edificio finale. Era come se io parlassi una lingua straniera, e ora, all’improvviso, il costruttore mi capsice. In questo caso il computer non è disumanizzante ma un tramite”. (F.O.GEHRY)



Inoltre un progetto dovrebbe essere“istruito”: ovvero le informazioni riguardanti il terreno del sito, il piano regolatore, le piante delle varie condutture etc.. dovrebbero essere consultabili o scaricabili tramite internet; per rendere più veloce e più affidabile la consultazione dei documenti sui quali basarsi per iniziare a progettare.
Allo stesso tempo grazie al wireless non esiste più la barriera data dalla lontananza, lo studio su un progetto non deve essere un recinto chiuso, anzi deve cercare di aprirsi alla collaborazione con altre menti. Il wireless può essere visto come uno dei più potenti mezzi di interscambio di informazioni, il lavoro può essere modificato controllato aggiornato in tempo reale da studi sparsi in tutte le zone del mondo.
Nonostante gli italiani stiano investendo il 10% in più nella tecnologia rispetto ad un anno fa, quello che blocca nella penisola lo sviluppo della domotica o in generale l’utilizzo di software e tecnologie più avanzate è sicuramente l’ignoranza sui veri vantaggi che questi potrebbero apportare. Già ai livelli inferiori dell’istruzione, bisognerebbe educare le persone ad utilizzare l’informatica, così che questa possa diventare strumento per varie applicazioni non solo nel campo progettuale ma nei vari ambiti professionali.

Attraverso la domotica l’uomo inizierà a vivere la propria casa in simbiosi con le proprie esigenze. Quindi la gestione dell’illuminazione della casa, piuttosto che quella della sicurezza o delle varie utenze potrà essere controllata. Non esisterà più solo la comunicazione fra l’utente e l’oggetto ma la comunicazione fra gli oggetti. Questo averrà sempre se si screditeranno le convinzioni su come le innovazioni tecnologiche non siano accessibili a tutti ( le aziende stanno appunto lavorando sul creare semplici interfacce per agevolare l’utente ad interagire con la tecnologia).
Il compito dell’architetto nel futuro sarà certamente quello di saper sfruttare al meglio i mezzi a sua disposizione, bilanciando tecnologia e “semplicità”per ottenere un progetto all’altezza della propria immaginazione.

BIBLIOGRAFIA:
Architecture&pc , Paolo G.Mancia
Gehry Digitale, Resistenza materiale costruzione digitale; Bruce Lindsey,Universale di architettura,2001
Il giornale dell’architettura (marzo 2008)
Inserto Design de: “Il sole 24 ORE”,(18 marzo ’08)

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