venerdì 21 marzo 2008

Chiodin Sergio

SCENARI DIGITALI
Chiodin Sergio
Matricola 264297



Il termine “architettura” ci porta immediatamente alla mente immagini di edifici, di giardini e città, di ambiente costruito. Associamo invece la parola computer a concetti come tecnologia, reti informatiche e al mondo digitale in generale.
L’ espressione
“architettura digitale” fonde i due mondi, mettendo a fuoco il fine primario dell’ uso dei computer in architettura: migliorare l’ ambiente edificato, fornendo a chi opera metodi e strumenti di lavoro avanzati.
Disegnare non è più il compito principale dei computer in architettura. Il ruolo e il modo in cui viene percepito l’ uso del computer cambiano in continuazione, in quanto quello che un tempo veniva denominato calcolatore diventa di anno in anno sempre più veloce e potente nella sua funzione di supporto ai progettisti. Inoltre le modalità di ausilio alla progettazione sono sempre più innovative e il computer non funge più solo da medium, ma anche da vero e proprio socio dello studio di architettura.
L’ architettura attuale è costituita da processi, prodotti e cicli estremamente complessi, per i quali il computer viene impiegato in tutti gli stadi di realizzazione. Per quanto riguarda la programmazione e la progettazione, può servire per documentare, organizzare e immagazzinare informazioni, mostrare svariate alternative di progettazione e creare disegni esecutivi o modelli.
Ma la ragione per cui la tecnologia dell’ informazione sta diventando così vitale nell’ architettura sta nel fatto che l’ informazione è la materia basilare per la programmazione, progettazione, costruzione e gestione degli edifici. Le tecnologie dell’ informazione e della comunicazione mettono in collegamento tutti i membri di uno studio di architettura durante il processo ideativo e
creativo; inoltre anche i piccoli studi di architettura in futuro potranno approfittare di buone opportunità di successo sul mercato se sono in grado di utilizzare i mezzi informatici. Questi ultimi forniscono molti vantaggi dal punto di vista della competitività, in quanto permettono di creare rapidamente rapporti di collaborazione e ditte virtuali, impiegando squadre di dipendenti dotati di grande flessibilità.
Strumenti come word processor,, office automation, programmi di simulazione come
CAD (ideato inizialmente come punto di partenza già da Ivan Sutherland e presentato al Massachusetts Institute of Technology nel 1963 che illustrò concetti validi tuttora come interattività, disegno modulare e creazione di modelli incentrata su elementi singoli), e inoltre Internet, saranno sempre più utilizzati in futuro come elementi per una nuova dimensione dell’ architetto che progetterà non più solo elementi reali, ma sempre più virtuali rispecchiando edifici futuristici non in grado di essere progettati manualmente ma solamente digitalmente a causa di forme fluide, curve, elementi ondosi e in movimento; in poche parole l’ architetto progetterà tutto quello che fino ad ora era risultato non progettabile. Questo sarà possibile attraverso l’ utilizzo di svariate tecnologie, alcune ancora in fase di sperimentazione.
Tra queste tecnologie un esempio può essere il “Baugespanne”, ossia rappresentazioni di edifici in scala 1:1, con funzione di visualizzare l’ edificio virtualmente prima che sia costruito, per capire come potrà essere percepito a livello spaziale e temporale; ed utile inoltre per visualizzare il rapporto tra l ‘oggetto architettonico e l’ architettura circostante.
Un’ ulteriore aiuto per l’ architettura sarà il CSCW (Computer Supported Collaborative Work) che offre la possibilità di lavorare in gruppo anche se in luoghi diversi e separati. Il CSCD (Computer Supported Collaborative Design) è invece un tipo speciale di CSCW, un’ area in rapida crescita del settore informatico. Lavorare in una squadra collegata elettronicamente è infatti molto più stimolante del lavoro individuale su computer e raggiunge obiettivi in maniera più veloce, dato che le conoscenze dei vari collaboratori, unite, portano spesso a soluzioni più efficaci. Un ambiente CSCW ha bisogno di e-mail, video, audio, una piattaforma comune di disegno detta whiteboard (che permette di eseguire schizzi e/o commentare il lavoro di altri), comunicazione scritta diretta detta talk, trasferimento di file e l’ uso in comune di programmi (applicazioni comuni).
Un’ altra innovazione è rappresentata da uno studio di progetto virtuale (VDS) denominata Multiplaying Time. Infatti con la crescente globalizzazione e specializzazione del progetto architettonico, le collaborazioni fra progettisti che lavorano in uffici lontani fra loro diventa essenziale. Il progetto Multiplaying Time si avvicina a questo obiettivo, in quanto permette di eseguire e portare avanti in contemporanea e in modo continuo il lavoro su disegno o su un insieme di disegni fra collaboratori situati in diverse parti del mondo, e quindi a diversi fusi orari. Il multiplaying Time dimostra la possibilità di lavorare attingendo da uno stesso data base, approfittando dei diversi fusi orari e delle capacità peculiari delle diverse sedi di collaborazione.
Infine un ulteriore applicazione per l architetto è rappresentata dagli EDMS (Engineering Data Management Systems) ossia speciali ambienti di lavoro in rete su supporto digitale. Un EDMS permette la collaborazione fra architetti diversi sul processo progettuale in condizioni altamente regolate ma sicure. L’EDMS è installato su un server fornito del necessario data base al quale sono collegati diversi clienti, oppure su sistemi data base condivisi. File come quelli di testo, immagini o file CAD sono salvati insieme alla loro meta-informazione. Questa sorta di ipertesto informa il proprietario del file dei diritti di accesso, del tempo di creazione e di modifica, così come di altre priorità e attributi che possono essere specificati per ogni progetto e a seconda dei collaboratori. Un EDMS può essere installato o può essere attivato su un alto numero di computer facenti parte di una rete locale o globale e rendendo possibile la collaborazione di più persone a un progetto.
Ma tutte queste tecnologie ed innovazioni, sperimentate però soprattutto all’ estero, sono state rese possibili per mezzo dell’ abbattimento della fisicità e dell’ introduzione della rete Wireless ossia di una rete senza fili che utilizza onde radio a bassa potenza.
La tecnologia Wireless risulta più che utile all’ architettura in quanto oltre ad un veloce scambio di informazioni permette a qualsiasi collaboratore di connettersi non più da solo un punto fisso, ma anche a collaborare in più persone ad un unico progetto avendo tutti le stesse informazioni in tempo reale.
L’ informatica purtroppo nel nostro paese non riesce ancora del tutto ad essere integrata alla nostra vita quotidiana anche sebbene ormai in molti di noi giovani ci sia la visione del nostro futuro legato soprattutto ad essa. Questo è dovuto principalmente ad una mancanza del nostro Stato ad intervenire attraverso finanziamenti ed investimenti utili alla ricerca e allo sviluppo, che ne fa derivare inoltre una sorta di allontanamento delle più grandi menti nuove e non in paesi stranieri oltreoceano come gli Stati Uniti, ma anche Europei come Gran Bretagna e Germania, sicuramente paesi più attenti all’ evoluzione informatica legata anche all’ architettura.
Infatti soprattutto in questi paesi è nato e si sta sviluppando un ramo attinente all’ architettura ossia la
domotica (home automation), che prevede l’ utilizzo di tecnologia e innovazioni allo scopo di massimizzare la comodità per l’ individuo che abita un determinato spazio-casa, minimizzandone i costi ed anche l’ impatto ambientale. Attraverso la tecnologia della domotica si entra a far parte di un interattività multimediale, infatti si comincia a comunicare ed avere un feeling in un certo senso con la propria abitazione, dove gli effetti visivi dati dall’ illuminazione e acustica sono necessari per dare una maggiore sensazione di benessere e comfort alla persona; ma non solo, infatti anche sotto il punto di vista della sicurezza sarà possibile controllare la propria abitazione a distanza, oppure regolarla sempre a distanza a seconda delle proprie necessità.
Attraverso la domotica quindi si entra a far parte di una nuova generazione di costruttori di edifici che oltre a mirare al benessere stesso della persona attraverso i modi e metodi più tecnologici ed innovativi, mirano anche ad una qualità della casa stessa, legata anche soprattutto all’ ambiente (appunto per questo motivo si pensa che in futuro in campo anche edilizio l’ acquisto o vendita di edifici sarà legato oltre al valore effettivo dell’ immobile anche e soprattutto alla presenza di tecnologia all’ interno di esso e al rapporto di inquinamento con l’ ambiente esterno).
Una casa intelligente quindi è possibile, e in futuro la tecnologia non si limiterà essenzialmente ad un unico settore abitativo(casa), o a più settori abitativi concentrati(palazzi); ma agirà in interi quartieri residenziali o direzionali automatizzandoli e rendendoli quindi sistemi ancora più produttivi, sicuri, veloci e fluidi dal punto di vista gestionale ma anche commerciale.


Bibliografia:

  • "L' architettura contemporanea e i nuovi metodi di rappresentazione" di M.A. Crippa;
  • "Information Architecture - La rivoluzione informatica" di Gerhard Schmitt;
  • "AD - Architectural Digest" gennaio e febbraio 2008.

Nessun commento: